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Azienda Grestini Maria Luisa

L’azienda Grestini Maria Luisa è una ditta individuale, condotta interamente dalla titolare che si occupa in prima persona delle coltivazioni, degli allevamenti e delle pratiche burocratiche ad esse connesse. L’impresa agricola nasce nel 1973, anno in cui la titolare decide di aprire la Partita IVA e occuparsi direttamente della coltivazione del fondo allora condotto dalla famiglia. La passione per la campagna e la dedizione al lavoro dei campi erano pertanto già insiti nella giovane coltivatrice in quanto proveniente da famiglia contadina. Dalle origini fino ad oggi il fondo si è ampliato con l’acquisto di terreni in comproprietà con il marito Franco, anch’esso di origini rurali ma dedicatosi poi ad altro lavoro. Ad oggi l’azienda conta circa 35 ettari di SAT, interamente detenuta in Comune di Fossombrone e così suddivisa:


- Superfici seminative – ha 14,50 circa;

- Oliveto – ha 0,70 circa;

- Pascolo arborato – ha 1,50 circa;

- Tartufaie – ha 2,10 circa;

- Boschi – ha 14,10 circa;

- Tare, incolti, fabbricati e altre superfici – ha 2,10 circa.


Trovandosi in un’area collinare con pendenze medie anche importanti, terreni molto argillosi con rilevante presenza di scheletro ed esposizioni non sempre ottimali la scelta delle coltivazioni è sempre stata orientata verso colture che permettessero un’ampia e programmata rotazione, riducendo al minimo gli apporti di mezzi tecnici esterni. Per massimizzare la diversificazione aziendale fin dalle origini accanto alla coltivazione dei terreni è stato affiancato l’allevamento di bovini da carne di razza Marchigiana, ovini e suini, tutti alimentati quasi interamente con prodotti di origine aziendale. Per ulteriore diversificazione l’imprenditrice, nel 2010 ha investito sulla produzione di energia elettrica, costruendo un impianto fotovoltaico da 100 kW. Con il passare degli anni, complice anche la crisi del mercato delle carni, la Sig.ra Grestini ha ridotto il numero di capi bovini e suini allevati, passando da un allevamento con fattrici ad un allevamento da ingrasso destinato in buona parte all’autoconsumo.

L’idea imprenditoriale legata alla diversificazione dei mercati di sbocco ha comunque continuato a guidare le scelte aziendali portando, nel 2018, a fare alcuni passi cruciali che rappresentano una pietra miliare nella storia dell’impresa e sono il passaggio al metodo di produzione biologico e l’avvio dei lavori per la creazione dell’attività di panificazione e pastificazione dei cereali prodotti, associata al punto vendita aziendale.


Nel 2020 è stata avviata anche l’attività apistica, che al momento comprende un numero limitato di alveari, ma che l’imprenditrice agricola intende far diventare un settore importante per l’azienda agricola. Nel 2021 Grestini Maria Luisa è stata socia fondatrice del Distretto Biologico Terre Marchigiane, distretto che riunisce molte delle imprese del settore agroalimentare biologico della Regione Marche.


Al momento l’azienda Grestini è anche una delle 5 aziende della Regione Marche cui è stato permesso l’utilizzo del marchio “Prodotto di Montagna” per i propri prodotti. Attualmente l’azienda vende direttamente olio d’oliva evo, farro decorticato, farine di farro, grano tenero, grano duro e orzo mondo, pasta secca, pasta fresca, pane, orzo tostato per caffè e miele. Negli anni è stata anche sperimentata la coltivazione del girasole, importante coltura da rinnovo, destinando il prodotto alla spremitura a freddo e alla successiva vendita dell’olio. Il panello (sottoprodotto del processo di estrazione dell’olio) è stato reimpiegato come alimento nella zootecnia aziendale.


Da questa esperienza, legata alla filiera del girasole bio, sono emerse delle potenzialità economiche legate all’ampliamento dell’offerta di prodotti commercializzabili e agronomiche legate all’inserimento nelle rotazioni colturali ad ampio respiro di una specie vegetale da rinnovo. D’altro canto sono anche emerse alcune problematiche che hanno lasciato qualche dubbio sull’adozione stabile del girasole come rinnovatrice. Le questioni più rilevanti sono legate alla presenza di ungulati dannosi (cinghiali) che arrecano degli elevati danni alla coltivazione, al clima, alla produzione di miele e all’utilizzo dei sottoprodotti (panello). Fermo restando che la problematica dei selvatici dannosi è un tema non affrontabile da una singola azienda, se non con azioni di contenimento e di difesa mediante recinzioni, ecc…, l’imprenditrice ha deciso di valutare con l’Università Politecnica delle Marche (D3A), partner del G.O., l’utilizzo di alcune vecchie varietà/accessioni di girasole.


L’obiettivo è lo studio di queste varietà per poter trovare l’equilibrio fra produzione primaria (acheni decorticati, olio e sementi), produzione secondaria (panello), produzioni “collaterali” (miele) ed esternalità (biodiversità, miglioramento della fertilità del suolo, servizi ecosistemici, sequestro di CO2, ecc…). L’imprenditrice dal canto suo mette a disposizione del G.O. il suo sapere, la sua esperienza nella coltivazione dei terreni, la sua passione, la sua rete territoriale (imprese del Distretto Marche Biologiche), il suo tempo e i suoi sforzi affinché da questo progetto possano scaturire risultati concreti, utili a tutto il mondo agricolo e a chi, come lei, si dedica con spirito adamantino alla campagna e ai suoi frutti. aziende apistiche di produrre miele di girasole oppure aumentare le produzione di millefiori.

UNIVPM – D3A

Il soggetto pubblico coinvolto è L’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM), con sede ad Ancona.

L’UNIVPM è un Ateneo articolato sul territorio per permettere la diffusione dell’offerta formativa e l’attivazione di una stabile attività di ricerca, ha sedi operative presso Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro, San Benedetto del Tronto.


Numerose sono le attività di ricerca, divulgazione e di didattica universitaria svolte dall’UNIVPM, e in particolare dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali (D3A) nei diversi ambiti dell’agro-alimentare, di seguito sintetizzati: Agronomia, Agro-ingegneria e Territorio, Biochimica, Biologia vegetale e forestale, Chimica, Colture arboree, Entomologia generale e applicata, Genetica agraria, industriale e ambientale, Microbiologia alimentare, Viticoltura, Patologia vegetale, Produzioni animali, Scienze economiche nei sistemi agricoli e territoriali, Scienze e tecnologie alimentari, Scienze fisiche e scienze del suolo.


I ricercatori del D3A collaborano direttamente con numerosi Enti di Ricerca e Network di Eccellenza in tutto il mondo, coordinando e portando avanti l'attività di numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali. Tra le varie aree di ricerca di eccellenza in cui è impegnata l’UNIVPM l’ambito AGROALIMENTARE è particolarmente significativo in base a forti motivazioni sia a livello di Ateneo, che a livello europeo e regionale. Nel settore agro-alimentare, il D3A vede coinvolti molti gruppi di ricerca, con competenze multidisciplinari che riguardano, tra l’altro, alimentazione, nutrizione e salute, processi di produzione alimentare, sostenibilità ambientale ed economica, tutela della biodiversità, miglioramento genetico, adattamento al cambio climatico e strategie di controllo a basso impatto ambientale degli insetti dannosi alle colture.


All’interno del settore di Protezione delle piante del D3A vengono condotti degli studi per lo sviluppo di strategie di controllo a basso impatto ambientale degli insetti dannosi, la tutela della biodiversità e dei servizi ecosistemici e apicoltura. Nel settore di Agronomia e coltivazione erbacee sono attive diverse linee di ricerca che includono anche le produzioni sostenibili di sistemi orticoli ed erbacei. Nel settore delle Tecnologie Alimentari sono attive ricerche riguardanti la caratterizzazione dei componenti bioattivi (vitamine liposolubili, amminoacidi essenziali, acidi grassi bioattivi) e l’influenza della tecnologia nella frazione bioattiva di alimenti di origine vegetale e animale. L’UNIVPM coprirà il ruolo di Ente pubblico di ricerca e di divulgazione, mettendo a disposizione i propri risultati e le proprie competenze e conoscenze nell’attuare il Progetto di cooperazione.

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